Questo ginepro fenicio è entrato a far parte della mia collezione a giugno di quest’anno, dopo che un caro amico ha deciso di separarsene.
Non avendo un ginepro di questa varietà e trattandosi di una pianta in avanzato stato di coltivazione non ho resistito alla possibilità di averlo presso il mio giardino. In effetti la pianta è molto interessante con abbondanti zone di legno secco e vene che cominciano a gonfiare. I movimenti naturali e quelli creati con le pieghe rendono l’insieme molto interessante e dinamico.
Nel corso degli anni è stato fatto un intenso lavoro per contenere la vegetazione realizzabile solo con continue pinzature della vegetazione.
Ecco il fenicio prima della lavorazione:
Fronte/Retro
Lato destro/Lato sinistro
Alcuni particolari:
Appurato il perfetto stato di salute, arriva il momento della sua lavorazione. In questo lungo lavoro avrò sempre accanto Andrea, un carissimo amico che con amore e perizia mi offre sempre il suo prezioso aiuto.
La prima cosa che facciamo è una accurata pulizia della corteccia e della vegetazione. Viene così messo in evidenza il bel colore del ginepro oltre a tutti i movimenti spesso nascosti da una corteccia troppo spessa. Non nego che mi affascinava molto la vecchia corteccia (sulla quale nascevano anche alcuni licheni). A differenza di qualche anno fa, sono sempre più affascinato dalla corteccia in quanto testimonianza diretta del tempo che scorre. Anche in questo caso ero quasi per lasciare il tutto, ma poi ho che la pulizia fosse elemento necessario per studiare, evidenziare e gestire ogni piccolo particolare. Dalla pulizia si possono scoprire molti dettagli come alcuni ritiri di linfa o tubolarizzazioni della vena altrimenti nascoste tra le scaglie.
Anche la vegetazione viene selezionata. Oltre alla potatura di rami secchi o deboli vengono tolti anche i rami superflui. In questo modo si ottiene un più corretto passaggio di aria e luce, creando così i presupposti, non solo estetici, al raggiungimento del miglior risultato.
La pulizia del nebari e la creazione di nuovo shari e Jin concludono la prima fase di preparazione. Per quanto lunga e talvolta noiosa si rende praticamente necessaria a ogni lavorazione.
Dopo l’applicazione del liquido Jin si passa al lavoro più lungo: la filatura.
Non volendo stravolgere la posizione di ogni rametto, evitiamo di mettere il filo grosso. Tutto si traduce nella precisa filatura della totalità dei rametti. I fili utilizzati variano da un mm. 0,8 fino a un mm.2.
Si da per scontato che i rami primari e secondari hanno ormai raggiunto la loro corretta posizione, per cui non verranno filati o protetti. Nel caso si rendesse necessario un loro movimento, in fase di modellatura, cercheremo di ottenere la nuova posizione del ramo attraverso piccoli tiranti o una nuova filatura.
Quando si lavora in due diventa importante anche gestire le zone e l’ordine di lavoro in modo da poter filare i rami senza ostacolarci a vicenda.
Tutto fila liscio, tra risate e silenzi di concentrazione. Amo questa fase preparatoria….a differenza di molti trovo questa fase molto rilassante!!
La parte che però amo di più è la modellatura. Il momento in cui si aprono le danze….il momento in cui davanti alla pianta cominci a dare forma alle idee. E’ un momento intenso, creativo e di forte concentrazione….Bellissimo!!
La pianta, pur avendo una vegetazione morbida e un portamento non rigido, ha un carattere spiccatamente maschile. La chioma dovrà essere quindi compatta e con spaziature strette tra i rami.
La prima cosa da fare è posizionare il primo ramo. Una volta fatto questo, siamo a metà dell’opera!! Si sale verso l’alto dando forma ad ogni singolo paco fino all’apice.
Un lavoro lungo che ci ha visto impegnati per oltre 20 ore.
Il risultato finale:
Retro
Lato destro/Lato sinistro
Aluni particolari del tronco e della chioma
Finita!!!
Grazie Andrea!
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