Il ginepro di questo articolo è un Juniperus Chinensis var. Itoigawa che vidi la prima volta nel 2003 nel giardino dell’amico Roberto Raspanti.
Dopo essere stata qualche anno nella collezione di un altro caro amico, Marcelo Michelotti (che ne curò la prima modellatura), nel 2007 fece l’ingresso nel mio giardino.
La vegetazione dell’Itoigawa si caratterizza per il colore verde brillante e per la squama piccola e robusta. Una varietà in grado di creare una definizione e un dettaglio dei palchi che altre varietà non hanno.
Nel 2008, dopo un anno di preparazione, viene svolta la prima modellatura.
In particolare viene eliminata gran parte della vegetazione sulla destra, ottenendo così due risultati: la liberazione di alcuni movimenti del tronco che risultavano nascosti e l’ottenimento di un bonsai con un movimento verso sinistra. Da una chioma equilibrata si passa a una chioma evidentemente spostata su lato sinistro,
Il primo ramo viene ulteriormente spinto verso il davanti utilizzando una barretta di metallo.
Prima della lavorazione
Dopo la lavorazione
Rispettivamente il retro, lato destro e lato sinistro
La corteccia del ginepro viene normalmente ripulita con le spazzole in modo da mettere in evidenza quel colore rosso/arancione delle parti vive in evidente contrasto col il colore bianco delle zone secche. È proprio questo contrasto cromatico che diventa interessante soprattutto se aggiungiamo il colore verde brillante di questa essenza.
Ecco come si presenta normalmente il colore del legno vivo e secco.
Dopo la muschiatura, la pulizia della corteccia e la maturazione e definizione della chioma, la pianta fu pronta per essere portata alla sua prima mostra: La Giareda a Reggio Emilia.
Pochi giorni dopo partecipò alla mostra IBS_BCI di Saint Vincent e l’anno successivo al congresso UBI 2009 a Salerno
Per un caso sfortunato, durante una mostra regionale, una tromba d’aria fece cadere dei pannelli che a loro volta colpirono il ginepro facendolo cadere, causando la rottura del vaso e qualche piccolo danno. Gl amici presenti alla manifestazione si premurarono di rinvasarla prontamente nel primo recipiente disponibile.
Nel 2010, colsi l’occasione per sfoltire in maniera decisa la vegetazione e procedere al rinvaso. Il substrato era composto quasi totalmente da akadama che dava i primi segni di compattamento, soprattutto al centro. Decisi quindi di togliere la vecchia terra e procedere anche ad una adeguata selezione delle radici. Il substrato che utilizzai era una miscela di akadama e pomice in parti uguali.
Nell’estate del 2011, dopo un periodo di crescita libera, mi accorgo del disseccamento di una vena. Con una sgorbia mi metto a scoprire il ritiro di linfa ormai avvenuto, confermato dal legno secco già presente sotto la corteccia. Nell’uso di questi attrezzi dobbiamo muoverci leggeri per non lasciare traccia del passaggio dell’utensile. Bisogna più “pelare” che scorticare il legno. Ci vuole tempo e pazienza ma il risultato è molto più naturale.
La differenza di colore sparirà nel tempo e con l’applicazione del liquido jin.
La pianta alla fine della pulizia mostra anche una possibilità che prima non avevo mai visto: quella del cambio di fronte.
In effetti su quello che era il retro è possibile trovare i presupposti per una completa reinterpretazione del ginepro.
L’anno seguente, nel 2012, è il momento di realizzare quanto intravisto qualche mese prima.
Si accorcia il primo ramo, si cambia inclinazione e fronte. Quel ramo basso che incrocia e sfiora il tronco sul davanti sarà “croce e delizia” di questa pianta.
Il risultato dopo la lavorazione.
Nel 2014 procedo a una seconda modellatura, riconfermando la scelta del cambio di fronte. Da notare la colorazione rossa della vegetazione tipica del periodo invernale.
Dal 2015 in poi, a pianta ha avuto un momento di sofferenza dovuto a una malattia fungina probabilmente di natura radicale.
Naturalmente, oltre all’utilizzo di un adeguato anticrittogamico, l’intervento del rinvaso è stato fondamentale: Eliminazione delle radici deboli e sostituzione del terreno.
L’utilizzo di prodotti come acidi umici, micorrize, alghe o altro, non possono ritenersi risolutivi o decisivi, ma aiutano la ripresa della pianta sostenendola soprattutto in momenti di difficoltà. Eliminato la causa principale del problema (con il rinvaso e l’anticrittogamico), questo genere di prodotti offrono le condizioni migliori per una solida ripresa vegetativa. Non necessarie ma consigliate
Nel 2018, il ginepro aveva completamente superato il periodo difficile. In questi anni la mia sola attenzione era volta al recupero del vigore. In queste situazioni preferisco far crescere liberamente la vegetazione, potando solo le parti più vigorose in modo da facilitare il recupero di quelle più deboli. Non è mia abitudine poi spingere la pianta a vegetare attraverso l’uso massiccio di concimi, ma bensì preferisco sostenerne lo sviluppo offrendo le condizioni migliori per una crescita “sostenibile” dalla pianta. Dal mio punto di vista è un errore ritenere il concime come la cura universale ai mali della pianta.
L’eliminazione di alcuni rami troppo lunghi ha permesso l’evidenziazione di alcuni particolari che mi hanno fatto rivalutato la possibilità di ritornare al vecchio fronte. Ci penserò!!
Nel 2018 la pianta si presentava così:
Il segreto di un buon successo è sempre la programmazione.
Fino ad adesso l’obiettivo è stato il recupero totale della salute. Per fare questo è stato necessario far crescere liberamente le parti più deboli (in questo caso i rami bassi) e potare quelle più vigorose (la parte alta).
Se dalle zone vigorose elimino le parti troppo forti (le punte dei rami), il risultato è quello di “frenare” la vigoria di queste zone (non diminuirla, ma semplicemente non farla aumentare!)
È infatti vero che una zona vigorosa, se non frenata, diventerà ancora più vigorosa. Ecco perché le zone forti dovranno essere “contenute” attraverso la potatura. Di contro, le parti deboli, dovranno crescere liberamente senza essere frenate in modo da recuperare quel vigore perduto.
Questo obbiettivo dovrà essere perseguito fino a che la pianta non risulti “equilibrata” ovverosia quando tendenzialmente la vigoria è distribuita uniformemente su tutta la ramificazione e non esistono più zone deboli o forti.
Le foto dei primi anni del 2020 indicano proprio l’ottenimento di questo risultato. Come si può vedere i rami bassi sono stati fatti crescere liberamente e si presentano lunghi e vigorosi.
Da qui in poi il nostro obiettivo cambia e diventa la preparazione per la successiva lavorazione.
Da qui all’autunno la mia attenzione si concentrerà esclusivamente sulla coltivazione e potatura: poterò le punte in modo da aumentare la densità della vegetazione e stabilizzare il vigore, terrò pulita la pianta e concimerò con concime organico con titoli di azoto contenuti. Tutto qui!
Ad ottobre del 2020 la situazione è propizia per fare finalmente una modellatura. Da oltre 5 anni non mettevo filo a questa pianta e adesso è arrivato il momento.
Non ho mai fretta di modellare una pianta. Si prepara adeguatamente e solo quando è pronta la si lavora. Il bonsai è anche sapiente attesa!
Come anticipato, dopo un’attenta analisi, decido definitivamente di ristrutturare il ginepro seguono il vecchio fronte.
Il sashieda diventa un ramo che, dieci anni fa, era piccolo ma che si è ingrossato e sviluppato adeguatamente da poter essere utilizzato come ramo di riferimento.
La posizione più in alto non mi consente di posizionarlo vicino al tronco come in passato. Questo mi fa decidere di posizionarlo con una spiccata uscita verso sinistra. Questo sarà fondamentale per il carattere finale del bonsai. Il ramo si stende a sinistra conferendo all’intero insieme una dinamicità verso questa direzione. A questo punto il posizionamento dei rami più’ alti è conseguenza di questa scelta.
A turno si posizionano lasciando tra di essi spaziature sempre diverse e in grado di mostrare dettagli altrimenti nascosti dalla vegetazione.
Devo dire che sono molto soddisfatto del risultato finale, complice anche una varietà di ginepro che, più di altre, ci permette di definire con precisione forme e profili.
Il risultato finale:
Rispettivamente il retro, lato destro e lato sinistro
Alcuni particolari
E infine una foto insieme
Il video
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