Adoro i cipressi! Oltre a essere l’albero tipico della mia amata Toscana, vedo in questa essenza il giusto connubio tra forza ed eleganza. Il suo odore inconfondibile, il suo colore verde cupo e la corteccia grigia e rugosa sono gli elementi che rendono il cipresso la mia essenza preferita.
Ho comprato questo cipresso nel 2007 da un carissimo amico. Non fu certo il recipiente dove era stato coltivato ad attirare la mia attenzione ma piuttosto il grande e vecchio tronco con la sua bellissima zona di legno secco.
La vegetazione, fatta crescere liberamente, testimoniava l’ottima salute della pianta.
Dal tronco grosso e compatto partivano due rami di generose dimensioni che però creavano una antiestetica forcella. il ramo in alto a destra era particolarmente lungo e cilindrico e la vegetazione presente era molto distante. Discorso diverso per il ramo in basso a sinistra che presentava una ricca vegetazione anche vicino al tronco.
Inizio proprio con l’accorciamento di quest’ultimo ramo attraverso l’uso di un normale seghetto. Successivamente passo al ramo in alto scorciandolo con una fessuratrice in modo da mettere in evidenza le fibre del legno e creare un effetto naturale. Al suo posto lascio solo un piccolo Jin
Si tratta di una potatura abbastanza drastica dato che viene eliminata gran parte della vegetazione.
Successivamente alla potatura, eseguita ad aprile 2009, procedo anche al rinvaso in modo da coltivare il cipresso in un contenitore più comodo e adeguato.
La forte potatura ha permesso di concentrare tutta la spinta vegetativa sulla ramificazione rimanente, ottenendo in pochi mesi una chioma decisamente forte e vigorosa.
A settembre 2009, colgo l’occasione della mia partecipazione alla mostra Giareda di Reggio Emilia per eseguire la prima lavorazione di questo cipresso.
La pianta ha sicuramente delle caratteristiche che suggeriscono un portamento basso e compatto che enfatizzi la “mascolinità” di una pianta del genere. Non è propriamente una pianta che suggerisce una forma alta e slanciata e quindi il lavoro principale è rivolto al compattamento e stesura dei rami principali.
Come gusto personale ho sempre preferito piante con una spiccata direzione al posto di piante con chiome più equilibrate. È un semplice fattore di gusto, ritenendo entrambe le soluzioni due modi corretti di interpretare una chioma. Preferisco quindi piante in cui il primo ramo è molto steso e in evidenza e che, allo stesso tempo, non presentano un ramo di bilanciamento troppo grande. Ottengo così una maggiore spinta nella direzione del primo ramo. Il posizionamento dell’apice nella stessa direzione completa il tutto, dando una direzione più spiccata a tutta la composizione
Questo è un mio gusto personale che ho applicato anche a questo cipresso.
Ecco il risultato alla fine della lavorazione
Il retro
Nelle prima impostazioni non è necessario ricercare la perfezione del dettaglio (anche se si tratta di una dimostrazione) ma piuttosto la corretta apertura dei rami principali e l’esposizione al sole e alla luce della vegetazione.
Successivamente la pianta verrà coltivata con l’obbiettivo di stabilizzare le pieghe e infoltire la ramificazione.
Purtroppo, nel tempo, il primo ramo cominciò a perdere progressivamente il vigore fino al punto che fui costretto ad eliminarlo.
Ad aprile 2011 procedo al rinvaso. Scelgo sempre questo periodo per effettuare questa delicata operazione. Il cipresso è tanto forte quanto sensibilissimo al rinvaso. Se effettuato troppo presto, potrebbe bastare una giornata di freddo o vento per creare problemi alla ripresa della pianta. Ragion per cui decido di fare il rinvaso solo quando è scongiurato il pericolo di gelate tardive. Nel mio caso guardo le montagne…fino a che saranno coperte di neve, non procederò al rinvaso delle cupressacee.
Il pane radicale, oltre a essere di discrete dimensioni, ha al suo interno una zona argillosa e compatta che preferisco sempre eliminare.
Devo ammettere che su questo rinvaso ho spinto parecchio, portandomi al limite con l’eliminazione quasi totale del terreno. Il mio intento è quello di offrire al cipresso le migliori condizioni di crescita e per fare questo decido di sostituire tutto il terreno. Uno dei problemi più comuni delle piante raccolte in natura, è infatti la differenza di terreno: al centro resta la parte argillosa mentre all’esterno si tende a utilizzare un terreno drenante. Quando quest’ultimo asciuga, il terreno interno è ancora molto umido. Si avrà una condizione di perenne umidità al centro del vaso che potrebbe causare pericolosi marciumi dovuti proprio al limitato drenaggio di questo terreno.
Ecco perché ho deciso di eliminare tutto il vecchio terreno, consapevole del maggior rischio del rinvaso
Con l’aiuto di un bastoncino si elimina il terreno, mentre con un seghetto si accorciano le radici legnose troppo lunghe.
Inserisco la pianta nel vaso e la blocco con dei tiranti. Quando possibile, faccio sempre una foto dell’apparato radicale prima di ricoprirlo con il nuovo terreno, in modo da avere memoria dello stato e disposizione delle radici. Un accorgimento che considero molto utile e che consiglio a tutti.
Per il terreno uso normalmente una miscela di pomice, akadama e kiriu ( rispettivamente 50%-30%-20%)
A rinvaso finito non resta che annaffiare abbondantemente e posizionare il cipresso in un luogo riparato soprattutto dal vento. Non concimerò prima di 40 giorni almeno, ma molto più frequentemente, non concimerò fino a settembre.
Il cipresso alla fine del rinvaso
Due anni dopo (maggio 2013) il cipresso gode di ottima salute. È pronto per la seconda lavorazione.
In l’occasione della dimostrazione alla “Shooman Bonsai Ten” di Saonara (PD), procedo a una nuova lavorazione. Con il prezioso aiuto dell’amico Giacomo Bellini, facciamo un’ulteriore passo in avanti nella creazione di questo bonsai.
Viene sommariamente lavorata la parte secca del tronco cercando di armonizzarla con la parte alta. In particolare si cerca di creare una maggiore conicità del tronco che allo stato attuale è un pò troppo “quadrato”. Con pochi colpi di fessuratrice il gioco è fatto! Il resto del lavoro riguarda la legatura e il posizionamento dei rami.
Eccoci entrambi soddisfatti alla fine del lavoro. Grazie Giacomo!
Il cipresso dopo la modellatura.
Particolare del ramo filato e posizionato.
Passati altri due anni (siamo a marzo 2015), si rende necessaria una terza modellatura.
Siamo in una fase importante, dove la ramificazione primaria ha già una posizione ben definita, mentre la vegetazione periferica è semplicemente aperta.
È quindi arrivato il momento di definire finalmente con più precisione i particolari della chioma, in particolare spaziature e asimmetrie.
È una lavorazione che non prevede più l’utilizzo di fili di grandi dimensioni. Gli spostamenti dei rami principali, se necessari, avvengono attraverso l’utilizzo di un piccolo tirante. Sarà invece l’occasione di mettere il filo soprattuto sui rami medio/ fini utilizzando quindi spessori che difficilmente superano i 2 mm.
Il lavoro finito e un particolare della chioma
La pianta viene coltivata per due anni con regolari potature di contenimento
Ecco il cipresso a settembre 2017
Una delle cose più importanti è quella di adeguare il sistema di coltivazione a seconda dello stato di avanzamento del lavoro.
A questo stadio non abbiamo necessità di spingere la pianta, ma all’opposto abbiamo l’obiettivo di stabilizzare e equilibrare la crescita. È il momento di abbandonare le abbondanti concimature azotate e utilizzare concimi più blandi e equilibrati che permettono un infoltimento della chioma con una vegetazione morbida e non troppo vigorosa.
A settembre 2019 si procede alla quarta modellatura della chioma.
Ecco come si presentava la pianta
Siamo ancora a un livello più avanzato e qui la modellatura deve prevedere soprattutto la definizione della chioma unita alla naturalezza.
La prima si ottiene con la pulizia dei profili inferiori dei rami, mentre la seconda si realizza con il portamento verso l’alto della vegetazione. La chioma trova quindi forma e definizione ma allo stesso tempo quella morbidezza tipica delle piante mature.
Personalmente non amo le piante scolpite geometricamente e mi piace lasciare qualche piccola imprecisione qua e là evitando di rendere il tutto troppo artificiale. Ciò ovviamente non significa che il lavoro non debba essere preciso, dettagliato e sapiente.
Il cipresso dopo la modellatura
Rispettivamente il retro, lato destro e lato sinistro
Alcuni particolari della chioma.
La vegetazione si rivolge naturalmente verso l’alto a cercare la luce. Solo i rami vecchi possono muoversi verso il basso, dato che negli anni il peso del fogliame ne ha permesso il loro abbassamento. La vegetazione giovane invece, non ha avuto modo e tempo di crescere verso il basso. Ecco perché posizionare la ramificazione periferica verso l’alto è il movimento più ovvio e naturale.
L’immancabile foto finale
Commenti recenti